domenica 30 novembre 2014

È morto don Giuseppe Tadori. Suo testamento spirituale.

Per il funerale di don Giuseppe Tadori 
Un grazie sincero al nostro Vescovo che, come sempre, desidera presiedere al rito di congedo dei suoi preti. Anche da parte di noi 10 confratelli di don Giuseppe ancora vivi esprimiamo riconoscenza al Vescovo, ai sacerdoti intervenuti, ai parenti e ai fedeli che si uniscono a noi per consegnare a Cristo pastore eterno della Chiesa questo nostro fratello. 
Siamo stati ordinati in 16 il 29 giugno 1957 dal cardinale Giovanni Urbani; 6 sono già ritornati alla casa del Padre e ci attendono con don Giuseppe. Don Tadori era nato in questa terra di Mezzane nel 1933. Ad essa rimase sempre legato con affetto e riconoscenza; tante volte in seminario e oltre ci ha raccontato dei valori umani e cristiani attinti dai familiari e dalla comunità parrocchiale di Mezzane. Entrò in seminario, ancora da ragazzo, per frequentare la scuola media per cui avemmo la possibilità di conoscerne e apprezzarne la bontà e la cordialità. Fu uomo semplice, capace di fedeltà al suo dovere di studente e ci fece dono continuo della sua amicizia fraterna. Appena ordinato sacerdote fu nominato vicario parrocchiale a Zevio dove rimase per 5 anni. 2 La seconda nomina fu per la parrocchia di Campofontana dove si fece apprezzare come parroco e come pastore evangelico per 6 anni. 
Poi tornò vicino a casa e fu nominato parroco di Mambrotta dove rimase per 11 anni. Don Giuseppe ricordò sempre con affetto anche questa comunità. 
Poi fu nominato parroco di Bonavigo dove rimase sempre fedele e disponibile per quasi 20 anni. L'ultima esperienza pastorale la svolse a Volon di Zevio con il solito entusiasmo, anche se frenato dalla sofferenza che lo accompagnò per 11 anni. Lo visitai più volte e ebbi modo di rendermene conto che voleva essere ancora e sempre prete disposto a compiere la volontà del Signore anche all'ombra della croce. Ci sia permesso di assicurare la nostra vicinanza ai familiari di don Giuseppe e il nostro grazie ai sacerdoti qui presenti che ci fanno dono della preghiera per questo nostro confratello e della loro fraternità sacerdotale. Don Giuseppe ci ricompenserà dal cielo.
don Giancarlo Agnolini 

Mie ultime volontà
Esercizi spirituali – S. Fidenzio 18-23 Gennaio 1998
Nel nome del Padre, che mi ha creato, nel nome del Figlio, che mi ha redento, nel nome dello Spirito Santo, che mi ha santificato, lascio questo mondo e dò a tutti il mio estremo addio. Chiudo gli occhi a questa povera terra, e mi abbandono tra le braccia paterne di Dio e quelle materne della Vergine Maria, sicuro di non restare deluso.
Confermo il mio atto di fede, sincera e cordiale, in tutte le verità rivelate e che la Santa Madre Chiesa ci propone a credere. Rinnovo la mia stima e la mia obbedienza al Papa, al Vescovo e a tutti i miei Superiori. Ringrazio il Signore per gli immensi doni ricevuti, di natura e di grazia, a cominciare dal battesimo fino al dono sublime del sacerdozio. Chiedo perdono di tutti i miei innumerevoli peccati ed incorrispondenze a Dio Onnipotente e a tutte quelle persone che, durante tutta la mia vita, avessi offeso o scandalizzato. Confido che, per la misericordia infinita di Dio e per le preghiere di suffragio dei buoni, mi sia concesso il perdono e possa essere accolto al più presto in Paradiso; e di là continuerò ad intercedere come sacerdote, per tutti coloro che mi sono stati vicino, parenti, amici, conoscenti, per la Chiesa, il Papa e il mondo intero. Ricambierò così il molto bene ricevuto.
Offro la mia vita, con tutte le sue sofferenze, quale ultima messa, in cui io stesso sono la vittima, a vantaggio del gregge che mi è stato affidato e soprattutto per il ritorno all’ovile di quelle pecorelle che sono ancora lontane.
Si preghi per me ed arrivederci tutti in Paradiso. E infine a Te, o Signore, la mia ultima preghiera, i sospiri del mio cuore. È giunta l’ora del dolore e della prova, sto per fare l’ultimo passo. Signore, rimani con me, sostienimi con la tua grazia. Io sono povero e miserabile, abbi pietà di me. Non cacciarmi lontano dal tuo volto. Rendimi la gioia di essere salvato. Tu non disprezzi nulla e nessuno di quanti hai creato ed amato. A te consegno il mio spirito. Prendimi per mano, e con la mia mano, tremante e debole, nella tua, onnipotente e sicura, passiamo all’altra sponda.
don Giuseppe Tadori

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